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DOLOMITI 2015 |
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4 - 11 luglio 2015 |
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Lorenzo, Lilo, Harry, Bruno, Paolo, Mattia e Tarcisio affrontano una settimana dolomitica dal percorso affascinante con punto di partenza ed arrivo a San Moritz/Surlej. |
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Tappa introduttiva: Losone-Surlej, 164 km e 2500m dislivello |
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Per alcuni Alegar, la settimana nelle Dolomiti è iniziata con un giorno d’anticipo con lo spostamento in bici fino a Surlej:
164 km per scaldare la gamba. Ritorneranno anche in bici, |
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1° Tappa: Surlej-Coldrano, 140 km e 2300m dislivello |
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Dopo aver superato in tutta tranquillità il passo del Forno, si arriva al piatto forte della prima giornata: il passo dell’Umbrail. Si tratta di un passo paesaggisticamente molto bello e ciclisticamente impegnativo. L’inizio é subito tosto, seguito poi da una serie di tornanti nel bosco, a pendenza costante. Uscendo dal bosco si raggiungono pascoli d’alta quota. Una salita dura ma appagante.
Finalmente (!) anche il passo più alto della Svizzera viene conquistato. |
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Superato di slancio anche lo Stelvio si arriva a buon ritmo ai piedi della Val Martello dove trascorreremo una piacevole serata. |
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2° Tappa: Coldrano-Sarentino, 120 km e 3000m dislivello |
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Continua l’avvicinamento alle Dolomiti: la seconda giornata vede i nostri ciclisti superare dapprima il passo Giovo e quindi il passo Pennes.
Il Giovo risulta una salita abbastanza impegnative per tutti i 20 km con una pendenza media molto costante. È da sottolineare la quasi totale mancanza di vegetazione nella parte finale del passo.
La scalata del Passo Pennes risulta estremamente impegnativa, anche per il gran caldo che ci accompagna soprattutto nella prima parte della salita. Gli strappi più decisi si condensano nei primi 2 Km (> 11%) e proprio prima di raggiungere il valico (>14%), senza mai, peraltro, scendere sotto il 7%.
Il Gruppo raggiunge la seconda vetta assai provato ma molto soddisfatto |
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3° Tappa: Sarentino-La Villa, 114 km e 2600 dislivello |
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In terza giornata raggiungiamo la meta (La Villa) attraverso il Passo Carezza, il mitico Pordoi ed il Campolongo. Il caldo la fa sempre più da padrone…, ma lo splendido paesaggio dolomitico ci accompagna nel nostro percorso. Ad attenderci un magnifico albergo |
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I tre giorni successivi sono costellati dai passi dolomitici più famosi (dalle tre cime di Lavaredo al Passo Fedaia ai piedi del ghiacciaio Marmolada, dal passo Giau al Passo Sella e tanti altri ancora) affrontati sempre con grande spirito sportivo. La compagnia è sempre molto affiatata sia di giorno pedalando sempre assieme, che di sera seduti a tavole imbandite dove non ci si fa mancare nulla.
Nei tre giorni passati nel cuore delle Dolomiti, tre momenti particolari rimarranno nelle nostre memorie. |
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4° Tappa: La Villa-Tre Cime di Lavaredo-La VIlla, 113 km e 3300m disl. |
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Primo momento particolare: la “battaglia ciclistica” avvenuta spontaneamente e a viso aperto fra i protagonisti durante l’ascesa al passo Falzarego, affrontato dopo l’ascesa del Valparola (passo tutto sommato impegnativo e molto suggestivo), del passo Tre Croci (facile facile) e delle Tre Cime di Lavaredo (con le sue pendenze proibitive la salita più “cattiva” delle Dolomiti). Il Falzarego viene affrontato fino a Pocol a ritmo regolare in fila indiana; dopo Pocol succede il “finimondo” ed ognuno dà il massimo di sé fino in cima alla salita. Il passo Falzarego è di per sé un passo molto abbordabile: ma affrontato dopo una giornata così impegnativa e a ritmi forsennati può fare selezioni impietose… |
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5° Tappa: La Villa-Passo Giau, 47 km e 1200m dislivello |
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Il secondo è stato il violentissimo temporale con grandine e fulmini che ci ha sorpreso negli ultimi 3 km del Passo Giau, accompagnandoci poi in tutta la discesa: chi potrà mai dimenticare il freddo sofferto nell’interminabile discesa verso Pocol? Bagnati fradici ed infreddoliti ci rintaniamo in un ristorante nel disperato tentativo di riscaldarci. |
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6° Tappa: La Villa-La Villa, 88 km e 2400 dislivello |
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Terzo il passo Fedaia, affrontato dal versante classico (da Caprile) e attraverso la celebre gola dei Serrai (strada vecchia, angusta ma spettacolare). Da Malga Ciapela più nessuno parla; si pedala e si sale lentamente. A rendere impegnativo questo tratto non è soltanto la pendenza ma anche l’assoluta mancanza di curve: un interminabile rettilineo, dove, tra l’altro, si tocca la pendenza massima del 18%. Senza dubbio il passo dolomitico più impegnativo. |
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Bellissima infine l’ascesa al passo Sella, animata e combattuta da tutti i protagonisti. Dopo il bivio per il Pordoi, quando la strada presenta pendenze sull’8% di media, con punte anche più aspre, si assiste ad attacchi e contrattacchi dei nostri ciclisti che arrivano in cima al passo a ritmo sostenuto. Stanchi ci si ferma per bere una coca-cola ristoratrice e discutere divertiti di come è stata affrontato il sempre impegnativo passo Sella.
Dal punto di vista paesaggistico la parte finale è spettacolare: gli ultimi tornanti si spalancano su uno scenario impressionante, completamente aperto, in cui l’orizzonte è dominato in ogni direzione dalle creste rocciose delle montagne |
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7° Tappa: La Villa-Fucine, 150 km e 2400 disl. |
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Pedalando ogni giorno arriva anche il giorno della ripartenza. Si rientra attraverso il “facile” Gardena, dove vediamo gli Alegar in fila indiana immortalati da Tarci costretto a fare il fotografo a causa di guai al mezzo meccanico. |
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Il passo principale della giornata è il passo Mendola. Questa salita lunga quasi 15 km, si sviluppa su un’ampia strada ed è caratterizzata da pendenze regolari. |
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8° Tappa: Fucine-Surlej, 140 km e 3400m disl. |
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L’ultima tappa é caratterizzata dall’interminabile passo del Bernina, sulle cui rampe vediamo i protagonisti nel pieno della loro azione. È una salita estremamente lunga e logorante, ma allo stesso tempo meravigliosa per il panorama grandioso in cui si svolge la parte alta, al cospetto dei ghiacciai. |
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Le Dolomiti si confermano un paradiso per i ciclisti; circondate da maestose montagne, le strade per i passi sono meravigliose. |
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